«Il dio o gli dei hanno ben poco a che vedere con le Chiese. E a guardare bene, quelle sono quasi sempre la negazione di questi.» Javier Marías. Faranno di me un criminale.
Se il demone inquieto è per ciascuno il proprio modo di essere, il libro cerca di venirne a capo, scovando il filo conduttore che lega l’esserci in mezzo a tante cose nello scorrere dell’esistenza, trascorsa come un Ulisse che vaghi per il mondo…
Nella complessa densità di questa nuova raccolta di Joy Harjo, il viaggio fisico “in questo paese terrificante di bellezza” conduce il lettore in un percorso ancora più preciso attraverso la storia indiana.
Un’opera compatta nel segno alto e aperto della compassione. Compassione come patire insieme, come condivisione, qualità del portarsi dall’altra parte e nella misura più estesa travalicando l’umano e il creaturale per farsi anima del mondo.
«Mai, Signore, la morte / mi ha fatto assaporare tanta vita»: si apre così il nuovo libro di Emilio Coco, poeta dei luoghi e degli affetti, che tanto ci aveva commosso anni fa con i versi in mortem per l’amatissimo fratello.
I primi cigni neri, visti a Lesina negli intervalli di una piccola gara podistica sul lungolago, segnano l’avvio di un’esperienza di due anni con i ragazzi del Centro di igiene mentale, in provincia di Foggia.
«Le radici di Anna Ruchat attraversano l’aria. Ogni verso sembra ripercorrere il cammino dei legami. Anche quando la morte vorrebbe dichiararne la fine. La parola mantiene la promessa: chiamare per nome ciò che esiste per sempre. Leggere è avverarsi».
«C’è sempre, insomma, nei versi dialettali di Panetta, la concretezza estrusa di una parola incarnata, che coltiva gli schianti e che pare sporgere dalle rughe o dalle crepe profonde del vivere…»
«… Questo nuovo libro di poesia di Fabio Scotto è sorprendente, perché la ferita straziante prodotta nell’anima dall’abbandono da parte della donna amata stilla dolore in gocce di poesia pura…».