Il vecchio con gli stivali

Vitaliano Brancati
Le Occasioni
Pubblicato nel 1944 sulla rivista «Aretusa» e in volume l’anno successivo, "Il vecchio con gli stivali" – da cui venne tratto il fortunato film "Anni difficili" (1948) di Luigi Zampa, con Brancati tra gli sceneggiatori – illustra meglio di qualunque trattato il rapporto tra la piccola borghesia italiana e il fascismo, e lo fa con l’ironia di cui Brancati è maestro indiscusso. Il modesto impiegato comunale “avventizio” Aldo Piscitello, totalmente indifferente alla politica, viene costretto dal podestà a iscriversi al Partito Nazionale Fascista per non perdere il posto di lavoro. In seguito, la sua ambiziosa moglie, desiderosa di ottenere il lauto sussidio promesso dal partito ai “fedelissimi”, trova il modo di far figurare il travet tra gli “squadristi”, ovvero i fascisti della prima ora. Costretto a partecipare a manifestazioni e adunate, Piscitello si scopre sempre più lontano dal fascismo e sviluppa un odio profondo nei confronti di quei rituali, ma quando finalmente il regime cade lo attende un tragicomico destino…
Come scrive Leonardo Sciascia nel suo articolo del 1948 "Brancati e la dittatura" (ripubblicato in appendice a questa nostra edizione): «… basta quello stivale a rendere la pena di quegli anni, lo stivale che Piscitello porta alle adunate come un cilicio. È tragico che un uomo debba ogni sabato mettersi un paio di stivali, se vuol conservare il posto; più tragico di quel che può sembrare. Si può sorriderne, ma a patto di essere decisi a non tollerare più stivali».
Vitaliano Brancati (Pachino, 1907 – Torino, 1954) è stato uno dei più importanti scrittori del Novecento, nonché sceneggiatore cinematografico per registi come Luigi Zampa, Mario Monicelli e Roberto Rossellini. Nato in una famiglia di letterati, dopo gli studi si trasferisce a Roma, dove inizia a collaborare con riviste e quotidiani vicini al regime. Anche in seguito alla censura per “oscenità” del suo primo romanzo, "Singolare avventura di viaggio" (1934), comincia a prendere le distanze dall’ideologia fascista e inizia a collaborare con la rivista «Omnibus» di Leo Longanesi, dove appare a puntate quello che è considerato il suo primo romanzo maturo, "Gli anni perduti" (già presente nel nostro catalogo); seguirà, nel 1941, uno dei suoi romanzi più celebri, "Don Giovanni in Sicilia". Dopo la Liberazione, sposa l’attrice Anna Proclemer e, tra il 1945 e il 1946, dà alle stampe i racconti de "Il vecchio con gli stivali" e "I fascisti invecchiano" (di imminente pubblicazione in questa stessa collana). La sua opera narrativa si chiude con due capolavori: "Il bell’Antonio" (1949) e il postumo "Paolo il caldo" (1955). Di notevolissimo rilievo anche la sua opera saggistica e drammaturgica.